4 novembre – Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate
Riflessione condivisa alla commemorazione del 4 Novembre organizzata dall’Amministrazione Comunale di Bozzolo.
“Salve a tutti,
oggi abbiamo la fortuna di trovarci qui riuniti per poter commemorare una delle festività più importanti della nostra Repubblica: il 4 novembre, festa dell’unità nazionale e delle forze armate.
A dire il vero questa mattina non siamo qui ad assistere passivamente ad una celebrazione che ricorda un evento passato, cioè l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti che sancisce la vittoria della Prima Guerra Mondiale e il completamento del processo di unificazione iniziato nel Risorgimento. A me piace infatti pensare che oggi dobbiamo diventare noi stessi la celebrazione di questa importante data.
D’altronde il nostro scopo di cittadini è renderci padroni ed abili conservatori di quella che è la memoria identitaria della nostra patria, come a provare un sentimento di empatia e gratitudine verso il nostro Paese e nei confronti di chi lo ha “formato” col proprio sacrificio.
Perchè quello che è il sigillo di speranza e impegno nel martirio per i valori della nazione perde il suo significato di eternità se decidiamo di non sapere, eliminando il passato; infatti il futuro non potrà mai essere positivo se non si parte dalla lettura critica e propositiva del nostro “ieri”. Ciò è avvenuto veramente poche volte, infatti ancora oggi ci sono guerre e conflitti distruttivi.
Siamo l’Italia!
È questo lo slogan dello spot istituzionale realizzato quest’anno dal Ministero della Difesa in occasione di questa Giornata. Lo Stato in cui viviamo non è infatti l’insieme di persone qualunque ritrovatesi a vivere nella stessa nazione, ma una grande comunità che abbraccia la cultura e la storia di un Paese che nei lati
positivi e negativi rappresenta i propri cittadini; ed è proprio quando ignoriamo la storia, perché la riteniamo superflua e inutile per il nostro trascorso di vita, che ricadiamo nella superficialità di non ascoltare ciò che il passato ha da insegnarci.
Perchè d’altronde ci sono le persone a trasmetterci l’orrore della guerra anche di fronte ad una vittoria. Per esempio le parole delle toccanti poesie di Giuseppe Ungaretti, dovrebbero diventare un megafono, che purtroppo si sente ancora troppo poco.
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro,
di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto,
ma nel cuore
nessuna croce manca,
E’ il mio cuore
il paese più straziato.
Quella che vi ho appena letto è “San Martino del Carso”, del grande poeta soldato. Grazie a questi versi abbiamo la fortuna quasi di toccare concretamente lo strazio della distruzione fisica e psicologica della guerra: uno dei tanti Paesi sul fronte italiano è stato distrutto come il cuore di un soldato profondamente traumatizzato dall’esperienza del conflitto. Perché, nella realtà, una città distrutta è una città annullata della sua essenza di luogo comune, come la mente di un soldato diventa “grigia” dopo aver visto la folle ed estrema pazzia che porta la volontà di potere; infatti quei pochi brandelli di muro e quelle poche parti di umanità rimaste all’autore come in ogni superstite sono la più profonda immagine che si possa usare per descrivere la strage di valori e di vite in un conflitto. D’altronde la vera sofferenza è soprattutto di chi rimane e deve portare il peso delle perdite di compagni e nemici che, come il più delicato filo d’erba, sono stati staccati brutalmente dalla forza dell’odio nazionalistico per difendere la propria patria a costo di sacrificarsi. Tutto ciò interessa anche noi. Infatti siamo in un’epoca in cui superstiti fisici del conflitto non sono più presenti, ma i passi marcati da tutte quelle figure esemplari che hanno dedicato la propria vita a valori di comunità e non di egoismo devono essere per noi la base di un percorso unito perché, se andiamo a fondo nel pensiero di questa Giornata, si scopre che la vittoria della prima guerra mondiale e il sacrificio di migliaia di soldati sono solo il punto di partenza per andare a capire quanto la nostra nazione sia qui, oggi, per merito di personalità che si sono aperte diventando loro stesse massima espressione dello Stato italiano, divulgando con rispetto e umanità i valori di una patria che sempre più ha bisogno di nuove generazioni di cittadini che provino un senso di onore e gratitudine nei confronti del proprio Paese. Con questo concludo ricordandovi il mio invito a diventare da osservatori a membri
attivi, da abitanti di un territorio a veri e propri rappresentanti dell’umana virtù democratica e rispettosa che, col tempo, l’Italia ha imparato e continuerà ad imparare.
Buon 4 novembre!”
M. A. (IIIA scuola secondaria di I grado di Bozzolo)
Installazione realizzata dalla classe IIIA della scuola secondaria di Bozzolo